Abbiamo l’onore e il piacere di intervistare il Dott. Lino Cavedon, psicologo e psicoterapeuta, uno dei massimi esperti di Pet Therapy in Italia.
Il Dott. Cavedon ha fatto nascere una équipe di pet-therapy presso la propria Ulss ed ha fatto parte, fin dalla sua istituzione, del Centro di Referenza Nazionale, fiore all’occhiello in Italia nel campo degli Interventi Assistiti con gli Animali.
Attualmente è VicePresidente del Centro Studi Terapie con gli Animali TeCA.
Cosa sta accadendo nel mondo della Pet Therapy?
Cerchiamo di capirlo insieme al Dott. Cavedon, toccando alcuni punti salienti dell’ Accordo tra Stato e Regioni e delle Linee Guida Nazionali approvate il 25 marzo 2015.
1. “Dott. Cavedon, il mondo degli Interventi Assistiti con Animali dal 25 marzo 2015 è in fermento: le Linee Guida Nazionali disciplineranno gli IAA sul territorio nazionale.
Qual è il loro grande valore?”
Prioritariamente la legittimazione, da parte del Ministero della salute, di una disciplina ed il riconoscimento della sua valenza riabilitativa. Poiché l’accordo è stato siglato in Conferenza Stato-Regioni, entro 12 mesi, esso dovrà essere recepito dalle singole Regioni. Ne consegue una sospirata omogeneità di orientamenti su tutto il territorio nazionale. Dalla frammentazione di norme e linee guida disomogenee tra loro o totalmente assenti, disponiamo ora di una impostazione chiara della materia per Professionisti e Operatori e di presupposti rassicuranti per gli utenti o pazienti che decidessero di affidarsi a tale approccio curativo. Si sono riscontrate resistenze da parte di chi opera da decenni nel campo degli IAA con modalità di lavoro autoreferenziali mentre i giovani che aspirano ad operare in tale ambito, si riconoscono in un modus operandi condiviso, elaborato e funzionale.
2. “Cosa succederà ora? Cosa cambierà finalmente?”
Avremo anzitutto chiarezza di linguaggi e di contenuti. Gli interventi mediati dall’animale sono suddivisi in tre ambiti: la semplice attività, circoscritta negli obiettivi e nelle modalità di attuazione, l’educazione assistita con l’animale che ha una impostazione progettuale e che necessita della presenza dell’équipe e la terapia assistita con l’animale, che prevede la prescrizione del medico, con un impianto progettuale condiviso ed un’équipe operativa che si fa carico del raggiungimento degli obiettivi previsti per il singolo paziente.
Dell’ équipe multidisciplinare fanno parte i professionisti referenti del paziente, che si differenziano a seconda della patologia, e le figure che si occupano dell’animale, ossia il medico veterinario e il coadiutore dell’animale.
L’ animale dovrebbe essere scelto, per specie e per carattere, in base ai bisogni che sono stati evidenziati a favore dell’utente/paziente. La coppia coadiutore-animale, opportunamente scelta dal responsabile di progetto in collaborazione con il medico veterinario, dovrà garantire quegli stimoli senso-motori ed emozionali-affettivi di cui l’utente/paziente abbisogna. Il referente della persona potrà pertanto cogliere le dinamiche ed i vissuti emersi in tale contesto per elaborare vissuti negativi o per riparare ferite dell’Io.
I modelli o protocolli di lavoro dovranno scaturire dagli studi osservazionali, dai progetti pilota o dai progetti di ricerca, validati da apposite Commissioni scientifiche, che forniranno riscontri significativi in riferimento all’efficacia degli IAA. Ovviamente qualsivoglia progetto va condiviso e concepito in rete con le équipes che già hanno in carico la persona stessa.
Il successo degli IAA è determinato dalla specifica formazione prevista per il Medico Veterinario, per il Responsabile di progetto, per il Referente dell’utente/paziente e per il Coadiutore dell’animale. Anche l’animale deve avere validamente affrontato un training formativo per poter garantire il giusto apporto. Il saper poi operare efficacemente come équipe è un difficile ma indispensabile requisito, espressione della sintonia che si deve creare tra le diverse professionalità.
Andiamo nel dettaglio.
3. “Le modalità operative degli IAA sono molto tecniche. Si parla di “rigorosi criteri scientifici” e “di una regolamentazione specifica” in grado di tutelare i pazienti e gli animali.
Le Regioni come supervisioneranno il corretto svolgimento delle attività di associazioni e professionisti?”.
Un progetto educativo o clinico scaturisce dalla presa d’atto che esiste una problematica (una devianza o una anomalia comportamentale) o una patologia. L’équipe che si fa carico del caso si assume la responsabilità di dare un contributo significativo in merito agli obiettivi che si intendono raggiungere. Il setting che si va a strutturare deve essere costruito a misura della persona; i contenuti delle sedute devono produrre significative risonanze nella persona, graduando il processo evolutivo con precise azioni e dinamiche. Anche la durata del progetto deve prevedere il raggiungimento degli obiettivi prefissati. L’impianto di valutazione, di prassi basato su strumenti validati, consentirà di misurare la significatività dei miglioramenti ottenuti. Nei progetti di ricerca, che prevedono il campione di controllo, si è in grado di evidenziare in maniera comparata la peculiarità rieducativa/terapeutica degli IAA.
Nella ricerca risulta fondamentale descrivere anche le azioni delle singole sedute al fine di garantire la replicabilità del progetto. Le ricerche che sono state realizzate fino ad oggi, pur con numeri bassi, rappresenteranno una sorta di database, cui attingere per definire i primi protocolli che, nel tempo, potranno subire successive modulazioni.
Le Regioni che avranno il compito di predisporre specifici elenchi/albi delle équipes o dei professionisti formati nel campo degli IAA, dovranno darsi gli strumenti per garantire autorevolezza alla disciplina degli IAA. Anche la formazione dovrà essere assegnata ad enti accreditati, in grado pertanto di rispettare in toto quanto previsto dalle Linee guida.
4. “Parliamo delle Terapie Assistite con Animali (TAA): devono essere prescritte dal medico di base in collaborazione con il medico specialista, lo psicologo o lo psicoterapeuta.
È un enorme passo in avanti che lega un ambito di intervento degli IAA alla medicina e alle figure ad esse correlate.
Come sensibilizzare i medici alla prescrizione delle TAA?”
In genere i nostri utenti/pazienti sono in carico a professionisti della riabilitazione (motoria, psichiatrica, psicoterapeutica, neurologica ecc.). Ad essi compete la valutazione dell’ utilità degli IAA per una specifica persona. Questo significa che occorre informare, sensibilizzare, fornire documentazioni scientifiche ai Professionisti o alle équipes che possono inviare all’esperienza di pet-therapy. Al medico di famiglia è stato dato l’incarico della prescrizione, in quanto è responsabile della spesa sanitaria ed ha una conoscenza globale della persona, per cui è a conoscenza di eventuali controindicazioni. Ad esempio, se uno psicoterapeuta invia un paziente con una fobia sociale alla riabilitazione equestre, potrebbe non conoscere che lo stesso è magari affetto da una delicata e pericolosa scoliosi.
I medici vanno emozionati, coinvolgendoli con pazienza in singoli casi, facendo in modo che attraverso un vetro unidirezionale o analizzando un video, possano riscontrare comportamenti inaspettati o evoluzioni non ottenute in altri contesti riabilitativi.
Certamente è utile che la direzione sanitaria Asl preveda una informazione coinvolgente per i medici di medicina generale e per tutti quegli specialisti (medici, paramedici, psicologi, psicoterapeuti, educatori ecc.) i cui pazienti possono beneficiare dell’intervento degli IAA.
5. “Affrontiamo un tema molto delicato: la Formazione. Alcuni parlano di un vero e proprio accentramento di potere del Centro di Referenza Nazionale (CRN) in materia. È davvero così?”
Le Linee guida, all’articolo 4, prevedono che la formazione possa essere erogata da Enti pubblici e privati, opportunamente accreditati dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano. Il Centro di Referenza Nazionale, su delega del Ministero della salute, dovrebbe garantire una supervisione sulla materia, assicurando criteri di equità, non ponendosi pertanto in posizione concorrenziale. Ci sono scuole in Italia che operano da molti anni ed hanno pertanto l’esigenza di continuare a fornire il proprio contributo nell’ambito della formazione. Ad esse spetta l’impegno inderogabile di rimodularsi nel rispetto dell’accordo firmato in Conferenza Stato-Regioni anche allo scopo di garantire il riconoscimento del percorso formativo al discente.
5 A. Con quali criteri saranno accreditati gli Enti che erogheranno corsi di formazione?”
Questa è una competenza specifica delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano. Posso solo supporre tali prerequisiti:
– evidentemente chi formula tale richiesta si deve indiscutibilmente riconoscere nelle Linee guida nazionali,
– deve avere un corpo docenti altamente qualificato sia per quanto riguarda i contenuti teorici che per quanto riguarda gli aspetti applicativi degli IAA;
– deve disporre di una rete di poli di tirocinio al fine di poter garantire la parte esperienziale di tale formazione.
6. “I professionisti del settore si stanno domandando (io compresa dopo un Master universitario di II livello in Pet Therapy e altri corsi ) se la propria formazione sarà o meno riconosciuta.
L’art. 10 (Norme transitorie e finali) così recita: “Le figure professionali e gli operatori che, al momento dell’entrata in vigore delle linee guida, sono già in possesso di attestato di formazione a corsi o che già operano nell’ambito degli IAA, entro 24 mesi devono acquisire una specifica idoneità sulla base dei criteri stabiliti dalle linee guida”.
Il Centro di Referenza Nazionale (CRN) o le Regioni/Province autonome, se attribuiranno a sé questa competenza, dovranno realizzare un monitoraggio dei percorsi formativi già conclusi dai vari Professionisti ed Operatori, individuando eventuali carenze sostanziali. A tal fine dovranno essere previsti o giornate integrative di formazione o moduli formativi on line al fine di acquisire una equiparazione, sulla base di quanto previsto dalle Linee guida.
Chi ha fatto master, che hanno una ampiezza elevata di giornate formative, potrebbe avere già approfondito tutti i contenuti previsti dal corso propedeutico, base ed avanzato descritti nei contenuti nelle Linee guida nazionali.
7. “Desidera aggiungere qualcosa? Un tema per Lei rilevante che non abbiamo affrontato?”
Un problema delicato riguarda il costo degli IAA. L’équipe operativa nelle EAA e nelle TAA vede la compresenza del Referente della persona, del cane e del suo Coadiutore.
Diventa pertanto importante individuare quelle nicchie (bisogni rieducativi e patologie) per le quali gli IAA possono configurarsi come un prezioso guadagno di cura e la strategia più efficace per raggiungere specifici successi riabilitativi. Solo operando in tal modo, si potrebbe un giorno ottenere dal Sistema Sanitario il riconoscimento di LEA per gli Interventi assistiti con gli animali. Se la Regione Lombardia ha inserito la riabilitazione equestre quale prestazione sanitaria nell’ambito dell’età evolutiva, è merito soprattutto dell’apprezzamento che l’UOC della NPI del Niguarda ha saputo conquistarsi in oltre trent’anni di pregevole attività. Più gli IAA evidenzieranno peculiarità rieducative e riabilitative, più abbiamo probabilità di essere riconosciuti e valorizzati.
8. “Tre punti di forza dell’Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sul documento recante “Linee guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali (IAA)”.
1) la diffusione delle Linee guida in modo omogeneo sul territorio nazionale;
2) il riconoscimento della valenza terapeutica degli IAA, con prospettiva di venire considerati una interessante opzione per quei servizi che si occupano di minori, di disabilità, di anziani, di patologie psichiatriche eccetera;
3) si è ribadita l’imprescindibilità dell’équipe multidisciplinare, fattore che garantisce un buon bilanciamento nella presa in carico della persona, con una attenzione etica anche verso l’animale.
9. “Tre punti di debolezza dell’Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sul documento recante “Linee guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali (IAA)”.
1) Ad oggi non è ancora stato coinvolto il Ministero della salute, parte umana. Nelle Linee guida si è deciso che il medico di famiglia dovrà redigere una apposita prescrizione, che la pet-therapy è particolarmente efficace con determinate patologie, ma ci si dovrà misurare con le comprensibili resistenze che medici ed altre figure sanitarie comprensibilmente nutrono verso le terapie non convenzionali. Sarà importante suscitare curiosità ed interesse professionale verso gli IAA.
2) Abbiamo impiegato circa cinque anni per arrivare ad una formulazione partecipata delle Linee guida e alla loro approvazione. Alcuni professionisti, che non sono stati coinvolti, vorrebbero già cambiarle, in parte per ragioni comprensibili, in parte per amor di bottega. Serve un’ampia adesione ai princìpi e alle procedure enunciati nelle Linee guida; dobbiamo infatti guadagnarci la considerazione del mondo medico operando in modo rigoroso. Le esperienze professionali ci aiuteranno nel tempo a rileggerle e ad apportare migliorie.
3) La regia degli IAA. Il Ministero della salute ha nominato nel 2009 un Centro di Referenza Nazionale che dovrebbe fungere da garante e da bussola per lo sviluppo efficace di tale disciplina. In esso ad oggi non sono rappresentate tutte le competenze relative alla parte umana, con uno sbilanciamento sul versante animale. Il ricorso del Codacons ha evidenziato tale anomalia. Spero che si possa radicare una struttura autorevole, ma super partes, di regia e di spinta energica verso la legittimazione di fatto e la diffusione degli IAA anche nell’ambito sanitario.
Dott. Cavedon grazie infinite per aver risposto alle mie domande in modo così esaustivo, preciso e scrupoloso. IntervistarLa è stato un grande onore!
Che le sue spiegazioni possano chiarire i dubbi di professionisti, studenti in formazione e persone che si stanno avvicinando al mondo della Pet Therapy.
Antonia Tarantini